Cos'è la pashmina? Di cosa è fatta? Come si fa? Cosa la rende tanto preziosa? Proviamo a rispondere e a scoprire di più su questo prezioso accessorio.
Se pensi che la pashmina sia solo una sciarpa, un accessorio per completare i tuoi outfit, sappi che ti stai sbagliando. La pashmina ha una lunga storia e tradizione che viene da lontano, anche dal punto di vista geografico. Sciarpe, scialli, foulard vengono spesso chiamati pashmine in maniera impropria: vi somigliano, magari perché sono morbide o ricamate con i motivi tipici della pashmine, ma che non potrebbero chiamarsi così. Molto imitato, questo capo di abbigliamento ha delle caratteristiche particolari: vediamo dunque cos’è la pashmina, da dove arriva e quali sono le sue peculiarità.
Se ti stai domandando che cosa significhi il termine “pashmina”, devi sapere che arriva dalla parola persiana pašmine, cioè lana.
Intorno al XV secolo nel Kashmir la pashmina veniva donato ai nobili per indicare il loro rango. Da lì si è poi diffuso in Asia e poi nel XIX secolo si diffuse in Inghilterra e in Francia. Qui l’imperatrice Giuseppina, moglie di Napoleone, ne ricevette in regalo parecchi facendoli diventare di moda anche in Francia e nel resto d’Europa
La pashmina è un tessuto prodotto con la lana, una lana molto particolare proveniente da una razza specifica di capra, la Changthangi. Questa razza di capre vive in India, negli altopiani del Ladakh e in generale in Tibet, in Nepal e in alcune zone della Birmania.
Le capre Changthangi possono vivere ad altitudini superiori ai 4500 metri e a temperature inferiori ai -35°. Quindi resistono a freddi davvero eccezionali! Il motivo per cui riescono a sopravvivere a fronte di climi così rigidi è proprio il loro vello, morbidissimo, di cui si ricopre il loro corpo. Il vello da cui, appunto, proviene e viene tessuta la pashmina.
In primavera la capra Changthangi comincia a perdere il pelo per via dell’innalzamento delle temperature: proprio in questo periodo il manto viene pettinato a mano. Così vengono raccolti i peli più lunghi, morbidi e setosi del sottopelo, assicurandosi una lana di grandissima qualità.
Ogni anno si raccolgono circa 150 grammi di lana per capra, e la lana viene raccolta solo dal collo e dal ventre dove il pelo è più morbido e setoso, in un periodo che va da fine giugno a inizio agosto. La fibra di pashmina è sottilissima: lo spessore è di circa 12-15 micrometri.
La pashmina non può essere data in pasto a macchine industriali, proprio per la delicatezza della sua fibra, che dunque deve essere filata e tessuta con telai manuali. In genere la lana viene raccolta e poi inviata in Kashmir, una regione dell’India celebre appunto per la lavorazione del cachemire e della pashmina.
La città di Srinagar è famosa in particolare per la produzione della pashmina: c’è un intero quartiere dedicato alla lavorazione di questo prezioso tessuto, in cui vivono e operano filatori e tessitori esperti.
In realtà bisognerebbe parlare di filatrici e tessitrici: infatti la pettinatura, la filatura, la tessitura e il finissaggio della lana tradizionalmente vengono eseguiti da donne, artigiane esperte in questa antica e preziosa arte.
Come hai visto, la produzione della pashmina ha delle caratteristiche davvero particolari: è morbida, leggera, calda e molto sottile, più del cachemire.
Basti pensare che una femmina di capra Changthangi può produrre dai 200 ai 250 grammi di lana, mentre un maschio ne può produrre dai 300 ai 350 grammi per capire che non tutto quello che troviamo in commercio, chiamato pashmina, può essere davvero tale.
Inoltre è vera pashmina solo se viene tessuta a mano nel Kashmir, territorio che si estende dal Pakistan al nord dell’India.
Se viene prodotta in Cina, Nepal o qualsiasi altra località, se il materiale usato è seta o comune cashmere, lana o qualche altra fibra sintetica, se viene prodotta usando telai meccanici allora non è vera pashmina.
Purtroppo, come succede anche per altri materiali, non esiste un marchio che tuteli la vera pashmina. Sicuramente l’etichetta che ci dice che la sciarpa che abbiamo in mano è fatta al 100% di cachemire dovrebbe quantomeno assicurarci che non sia prodotta con fibre sintetiche o altri materiali.
Però c’è un modo sicuro per capire che cosa non può essere pashmina: quando si acquista un capo bisogna essere accorti e considerare che, vista l’eccezionalità e la scarsità della pashmina, bisogna sempre diffidare di prezzi troppo bassi. Un prezzo alto non garantisce l’autenticità del capo, ma un prezzo basso è un indicatore piuttosto sicuro che si tratta di un’imitazione.
Diffidate anche se la trama non presenta alcuna imperfezione. La pashmina è tessuta da telai manuali e ricamata a mano, ciò significa che non può essere perfetta: le imperfezioni in questo caso sono indicative di un lavoro manuale.
Uno scialle o una sciarpa pashmina è un capo elegante e versatile, ma anche caldo, morbido, resistente e composto da fibre naturali.
Ora che sai cos’è la pashmina, da dove viene e come viene prodotta è ora di scegliere la pashmina che fa per te e renderla protagonista dei tuoi outfit.