Anche nella moda le parole non sono solo parole. Se dico sciarpa, pashmina, stola o foulard mi riferisco a capi ben precisi. Facciamo un po' di ordine.
Quando si parla di moda, come in altri campi, capita spesso che si usi la stessa parola per capi diversi, oppure che si usi un termine al posto di un altro. È per questo che oggi cerchiamo di fare un po’ di ordine e ti spiego che differenza c’è tra sciarpa, foulard, stola e pashmina.
Sapere la differenza tra questi capi non è solo un vezzo stilistico, nel parlare come nel vestire: una maggiore consapevolezza ti aiuterà ad entrare in un negozio o a cercare online esattamente quello che ti serve.
Oggi capo si chiama così per un motivo: spesso c’è una storia interessante dietro, a volte lunga e costellata di trasformazioni che danno senso sia al capo che al suo modo di abbinarli.
Partiamo dalle basi.
Se si approfondisce la provenienza e il percorso che nella storia ha avuto la parola “sciarpa” già si capiscono molte cose di questo capo di abbigliamento.
Sciarpa deriva dal francese écharpe, e ancora prima dal francone skirpa, paniere di giunco. Questo perché la sciarpa probabilmente deriva da una tasca che i viandanti portavano intorno al collo. Poi il significato è slittato: la sciarpa indentificava solo laccio che teneva la tasca. E via via fino a trasformarsi nel pezzo di stoffa che oggi mettiamo intorno al collo per proteggerci dal freddo o come accessorio elegante.
L’origine dunque è nel nome: nell’antico francese charper o charpir significa tagliare.
In fondo la sciarpa è “solo” questo: una lunga fascia di stoffa. Il valore, la preziosità la conferiamo noi nell’abbinarla e nel produrla con materiali pregiati.
Di lana, di lino, di cotone, a tinta unita, con tutte le fantasie possibili e di ogni spessore, la sciarpa è una compagna inseparabile d’inverno, ma anche in primavera, in tessuti più leggeri, possiamo annodarla intorno al collo.
Se vuoi approfondire ecco 5 modi per annodare la tua sciarpa.
Spesso foulard e sciarpa vengono usati come sinonimi, ma se approfondiamo la storia di questi due capi ci sono delle differenze.
L’avevi già indovinato ma il termine foulard è francese. Arriva dal provenzale foulat, cioè follare.
La follatura è un procedimento per rendere il tessuto più resistente: detto in breve, il tessuto viene imbevuto in una soluzione e pressato affinché le fibre si fondano e il tessuto diventi più resistente.
Sembra che le sue origini vengano fatte risalire all’anno 1000 a.C in Cina. In ogni caso il foulard compare spesso nella storia, al collo dei soldati, sulla testa delle contadine, per ripararsi dal freddo e dal caldo, dalla polvere e dalla sabbia. Con fantasie e colorazioni che variano da paese a paese e da epoca a epoca.
Diventa poi ornamento e oggetto di moda tra l’800 e il ‘900.
È nell'industria della seta di Lione che il foulard trova la sua forma moderna: nel 1937 Hermés lancia un quadrato di stoffa, di seta più precisamente, su cui è rappresentato un gioco da tavola francese.
In generale il foulard è quadrato, con il lato di 50, 70 o 90 cm.
Se vuoi approfondire la storia di questi foulard c’è un articolo che ti racconta la relazione tra arte foulard.
Il foulard sia per gli uomini sia per le donne è un accessorio molto versatile, le cui fantasie possono davvero dare un tocco di classe all’outfit.
Michela ha scritto un articolo su 5 modi per indossare un foulard.
A volte si usa il termine pashmina per indicare una sciarpa con certe caratteristiche: il materiale somiglia o è lana, è dotata di frange al fondo, le fantasie e pattern richiamano l’India.
Tuttavia la vera pashmina ha alcune caratteristiche particolari che la rendono preziosa - e costosa.
Ecco le differenze tra una sciarpa e una pashmina.
La pashmina è un tipo cachemire, una lana molto pregiata che arriva da una località molto precisa dell’India. La pashmina però è un tipo ancora più specifico di lana, rispetto al cachemire, perché viene da una tipo specifico di capra che vive negli altopiani del Ladakh.
La sua lana è speciale: la natura che vede e provvede ha dotato questa razza di capra di una lana estremamente calda, resistente, e morbida che va raccolta solo in certi periodi dell’anno e in certe condizioni.
C’è un articolo per te se vuoi sapere tutto sulla pashmina.
Le dimensioni solitamente sono di 90 cm per almeno 200 cm.
La parola stola ha origini greche e nella storia ha preso aspetti, stili, e utilizzi molto diversi. Basti pensare al fatto che per stola si intende anche il paramento ecclesiastico.
La Treccani ci viene in soccorso spiegandoci bene tutte le accezioni della parola stola.
Di fatto quella che ci interessa è l’ultima: la stola è una striscia di pelliccia o di tessuto prezioso che le donne drappeggiano intorno alle spalle.
Un tempo la pelliccia andava molto di moda ma oggi per una stola si preferiscono materiali più sostenibili e leggeri come la seta.